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   Eugenio Guarini

INIZIO

Sapete come comincio?

Col dire che non sono né Gengis Kan né Carlo Magno.

Non sono capace di tutta quella fatica. E poi, ad essere sincero, tutte quelle conquiste mi annoiano.

Sono un ragazzino come la maggior parte della gente. Ma la mia vita è molto interessante. Voglio dire, gustosa.

Non sono felicissimo. No, so benissimo che il mio cuore desidera molto, molto di più. E Se penso a quello che e a quanto desidero, sono capace  perfino di sentirmi infelice. Come voi, come tutti voi.

Ma ho imparato una cosa. Dal paradosso del sorite, o dalla sua versione più moderna, il paradosso dell’anfibio.

Ora ve lo spiego, per arrivare al punto.

 

Il paradosso dell’anfibio

Abbiamo la pozzanghera. E dentro c’è il girino. Dopo un po’ di tempo quel girino diventerà una rana. Un bel cambiamento, vero? Quanto tempo? Gli esperti dicono: tre settimane.

Bene, ora mettiamoci la cinepresa. Funziona a 25 fotogrammi al secondo. La mettiamo in funzione e la lasciamo lavorare per tutte e tre le settimane. Alla fine avrà scattato 43.500.000 fotogrammi.

Nel fotogramma 1 si vede il girino. Nell’ultimo si vede la rana.

Credete che scorrendo un fotogramma alla volta riusciremmo a trovare il fotogramma che registra il cambiamento? Voglio dire i due fotogrammi, x e x più 1, dove in x vediamo un girino e in x più 1 vediamo la rana?

Nemmeno per sogno!

Insomma, se guardo le mie giornate una dopo l’altra, diciamo quella di oggi confrontata con quella di ieri, raramente scorgo dei cambiamenti che mi consentano di affermare: ecco, ora finalmente sono diventato quel principe meraviglioso delle favole che desidero essere fin da bambino

Sì, a volte ci sono eventi particolarmente succulenti.

Quali?

Quando faccio l’amore assaporando fino in fondo il sentimento del sesso. Perché il sesso ha un sentimento intenso e profondo.

Quando vendo dei quadri inaspettatamente.

Quando incontro una persona speciale che mi fa battere il cuore con quel ritmo da tamburo nella giungla che mi scompone lo scheletro.

Quando ho una sequela di intuizioni che allargano gli orizzonti della mia anima e lasciano scorrere l’energia vitale come un fiume bambino, in piena.

Tutti questi eventi fanno traboccare il mio cuore.

Ma, la percezione del cambiamento è una cosa diversa. Tu ti senti essere diverso. Non si tratta solo di cose che godi, ma di una percezione nuova di te che ti fa dire: diavolo! Ora sì!

Se confronto una giornata con quella precedente sembra che non succeda niente di qualitativamente diverso. Ma ecco il però.

Però, se faccio dei confronti a distanza, allora la differenza salta agli occhi. Netta. All’inizio, il girino. Ora, la rana.

Che vuol dire? Che bisogna guardare le cose nel lungo periodo?

Beh, quando ho ripreso in mano le mie Newsletter ho capito di essere il paradosso dell’anfibio

A metà di maggio 2002 la mia Newsletter era una mail a una ventina di persone che le informava dell’ultimo quadro fatto e delle iniziative espositive che stavo organizzando. Oggi, è un colloquio quotidiano con seicento persone, molte delle quali mi scrivono cose che non avrei mai immaginato. E’ un circolo di amicizia e di sostegno per una vita creativa. Virtuale, ovviamente. Ma non tutto il virtuale è puro digitale!