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La Ricetta Armonica. Il filo del nulla si assottiglia e svanisce tra le mie mani febbrilmente tese mentre inseguo il suo suono ondeggiante tra presenza ed assenza. C'è, lo vedo! Lo fisso e non riesco a toccarlo. Lo voglio fermare, ripetere, studiare, possedere... PRIMO
MOVIMENTO: Fuga
di Frasi
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PRIMO MOVIMENTO: Fuga di Frasi A volte mi metto a comporre con l'idea di realizzare qualcosa che mi appaghi. Non voglio che appaghi gli altri; mi basta che soddisfi me. Parto dalla melodia (già la melodia mi da soddisfazione), la voglio speciale, per far intuire se non richiamare l'armonia che l'accompagnerà...... poi comincio con i bassi che mi confermano le tonalità già intuite con l'esposizione della melodia. Ecco, a questo punto cerco di individuare il contrappunto per altri strumenti, così da lasciare libera la melodia nei momenti in cui è preponderante e la sostengano quando è povera od assente..... Scrivo, eseguo, sudo, cancello, mi alzo, riscrivo, passeggio. Ora rieseguo. Resto li, sospeso: il risultato non mi soddisfa, non mi dice nulla... è tutta teoria, troppi suoni costruiti a tavolino, non c'è amore. Basta! Butto tutto e mi metto ad improvvisare. Mi lascio andare perdendo i pensieri. Le onde dei nuovi contrappunti mi riempiono ed a tratti ecco la "frase" buona. Voglio catturarla! Mi fermo, la scrivo, la risuono,... non è più la stessa!!? Mi è sfuggita lasciandomi lì istupidito con le mani sulla tastiera. Perchè? Rabbioso passeggio avanti e indietro. Mi fermo sorrido: "registrare mentre improvviso,ecco il modo". Provo. Sto registrando, mi lascio andare improvvisando e mi rassereno: Ecco un altra frase buona. Mi fermo, riavvolgo il nastro, la risento: accidenti, è buona davvero. Questa volta non mi può sfuggire. Soddisfatto la scrivo e subito la risuono:.... non è uguale!!! E' lì ma non è lì è uguale ma non è uguale. Come può essere? Mi sento confuso. Mi sembra quasi che il mondo intorno a me si allontani ovattato e la luce si abbassi e mi divida sempre più di quei suoni belli, presenti e apparentemente irripetibili
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SECONDO MOVIMENTO: I Frammenti Forti I frammenti di musica che danno emozioni forti possono essere in qualsiasi incisione di qualsiasi genere musicale. Si possono sviluppare ovunque: in un concerto dal vivo, oppure addirittura essere dei rumori quotidiani mescolati in un certo modo, e per questo irripetibili, unici. Lo stesso frammento suonato, per esempio, da un quartetto d'archi ed inciso in un disco, che dia delle grandi emozioni, potrebbe non essere più riproducibile allo stesso modo, neanche dal medesimo quartetto. Il frammento si è creato in quell'attimo, durante quella registrazione, e non più ricreabile. Certo, è rieseguibile ma quell'alchimia misteriosa di suoni non si risviluppa più allo stesso modo. Spingendoci addirittura più in profondità, lo stesso disco dello stesso quartetto, ascoltato su uno stereo piuttosto che alla radio da delle emozioni diverse e quì non parliamo quindi dell'interpretazione o dell'esecuzione, parliamo di frequenze, di ricetta armonica. Anche se intuitivamente accettabile, è proprio questo che ha dell'incredibile. Dire musica è dire frequenze e frequenze vuol dire numeri, numeri vuol dire razionalità, computers, calcoli matematici. Cosa hanno a che fare con le emozioni? Tutto questo Vuol forse dire che è teoricamente possibile trovare una formula per il calcolo di un frammento di forma d'onda che dia emozione?
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Bach: come è possibile?! A volte mi metto ad ascoltare delle composizioni classiche, di vari periodi storici e di vari autori, e sempre più nasce in me la convinzione che Bach sia stato unico. Tutte le opere degli artisti, quelli grandissimi, hanno momenti in cui il grado di gradevolezza è media o addirittura bassa, momenti in cui si sta preparando qualcosa di grande ma, durante queste fasi, la musica non è grandissima. Certo, poi l'esplosione è grandiosa, ripaga in pieno di tutta la non spettacolarità della preparazione, i grandi compositori sono rimasti famosi per questi picchi di genio. Bach è diverso. Ogni frammento della sua musica è un picco alto, è tutto grandioso, dal momento in cui inizia, per tutto il tempo dell'esecuzione finale compreso, è incredibile. Infatti non è cosa semplice rispondere alla domanda :"Qual'è il pezzo di Bach che ti piace di più?", non si può rispondere. Un compositore, in genere butta giù il pezzo in un certo tempo e poi si mette a lavorare sodo su alcuni punti, su quei punti che diventeranno quei picchi massimi che dicevamo prima. Il tempo dedicato a questi punti, in genere, è di gran lunga superiore al tempo dedicato alla realizzazione di tutte le altre parti. Dato che le opere di Bach sono tutte altissime, e dato che ogni punto di ogni opera è fantastico, avrebbe dovuto dedicare un tempo enorme per ogni composizione, cosa che non credo possibile data la mole di materiale attibuitagli. Io credo che avesse un dono. Scriveva in prima battuta cose grandissime, così senza starci tanto a pensare, aveva forse trovato la formula, la ricetta, per scrivere grandezze incredibili con un metodo solo a lui noto, un metodo matematico. L'esposizione delle parti è così perfetta che è sufficiente togliere qualche nota dalla composizione originale (mi è capitato a volta di doverlo fare per realizzare alcune trascrizioni) che per un attimo si interrompe la magia. E' come una rotaia, liscia perfetta fino al momento in cui c'è quello spazietto tra un troncone e l'altro, è uno spazietto piccolissimo, ma rompe la continuità.
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