POSIZIONARSI PER PENSARE

I Frattali fanno subito venire alla mente, anche ai non addetti ai lavori, l'ordine ed il caos. Le figure appaiono come caos organizzato... nuvole caotiche ma con uno sviluppo nello spazio perfettamente regolato e certo. Così, se da una parte appaiono capricciosi svolazzi casuali, dall'altra sembrano eterni e stabili.... matematici, come sono. A noi, noi non matematici, questa doppia lettura ci confonde, e più ci pensiamo più ci porta a dubitare di tutto, anche di noi stessi.

Siamo sicuri che l'uomo sia "la misura di tutte le cose?". Siamo sicuri che tutte le nostre indagini incentrate sugli assoluti che la psiche umana utilizza siano i soli possibili?  (amore, morte, vita, infinito, etc... ) siamo sicuri che vediamo e capiamo tutto quello che c'è?

Potrebbe mai essere che, in realtà, siamo solo animali un po' più evoluti, perchè coscienti di se ed abili a usare strumenti? Siamo uomini e donne solo perchè ridiamo, sogniamo, siamo capaci di astrazione e modifichiamo la realtà che ci circonda quasi a nostro piacimento. Ma è tutto qui?

Se ci fosse altro saremmo capaci di vederlo? Bastano i sensi di cui siamo dotati per interpretare ciò che abbiamo definito universo? Si, perchè lo abbiamo definito noi così, gli abbiamo dato un nome, degli attributi e ne abbiamo studiate le caratteristiche in ossequio alla nostra percezione.

Certamente i nostri orizzonti si sono allargati nei millenni e molto di ciò che prima era un atto fidelistico oggi è diventato osservazione di dinamiche spiegabili. Ma cosa sono pochi millenni di evoluzione rispetto ai tempi dell'universo. Sono così lunghi che perdono di senso pratico nella nostra mente?

 

LA NOSTRA STORIA

Quando arriviamo al capolinea del nostro pensiero astratto... ecco che torniamo a verificare il nostro percorso. E, noi occidentali, ripartiamo dalla Grecia e dai filosofi che per primi si sono fatte le domande che ci tormentano ancor oggi. Siamo stupiti dalla loro capacità di "vedere" oltre le loro possibilità di conoscenza scientifica: molto del loro pensiero ha anticipato in modo nitido ciò che la scienza oggi ci dimostra.

Allo stesso modo gli interrogativi sull'uomo, della sua posizione nel cosmo e della sua strana "autocoscienza desiderante", sono gli stessi che oggi ancora ci facciamo.

Alla fine del ripasso siamo confortati. Non abbiamo trovato delle risposte, certo, ma abbiamo visto che tutte le nostre domande già erano li, e siamo in possesso di tante chiavi di lettura nuove e diverse del nostro "essere". I migliori di noi, poi, potranno aggiungere il loro pensiero arricchendo il percorso di nuovo pensiero e nuovi sospetti.... (vedi Percorso Filosofico)

 

MA ECCOCI DI NUOVO SOLI

Non sempre ci sentiamo meglio, però. Al fastidio delle domande si è aggiunta la frustrazione di non aver pensato prima a tutti quei punti di vista. Ci sentiamo sopraffatti da una cappa di sospetti di verità sul "come", ma nulla più. Più cerchiamo lo sfuggente "perchè"  più ci arrotoliamo in figure retoriche che ci spingono sino alle origina ancestrale del nostro essere... e tutto si confonde lontano nel "caso" oppure in un Dio imperscrutabile.

Sola la "sincera visione" della perfezione di tutte le cose come immagine riflessa di un dio assoluto ci potrebbe rassicurare, come grandi braccia che ci possono accogliere. E l'animo, spesso smarrito, volentieri accetta di farsi coccolare, impaurito dalla propria visione confusa.

C'è chi si ribella. C'è chi in una furia accecata dallo smarrimento cerca di combattere la comoda soluzione e rifiuta una fede che si ciba solo della fede stessa.

Poi c'è chi si getta su "ciò che c'è" e trasforma "l'avere" in una nuova cieca fede: una ricerca del "godimento subito", quella felicità oggettiva  "misura di tutte le cose".

Ma c'è chi sospende il giudizio, incapace di fede ma affascinato dall'immensità senza spiegazioni. Costui, spesso in bilico tra la ricerca filosofica e l'astrazione matematica, a volte riesce a lasciarsi andare e, come un bambino felicemente dimentico di se, sperimenta.  Questi, in fondo, sono i cercatori del Filo del Nulla.


 

 

 

 

 
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