La
bellezza del gioco del GO
Il
fascino del GO è qualcosa che non si può descrivere con esattezza,
sembra quasi una magia. C'è, sta lì davanti... lo vedi ma non riesci
a descriverlo.
Di fronte alla sua disarmante semplicità c'è da rimanere incantati
ma,
contemporaneamente, sbalorditi per la sua profondità.
Il gioco del
GO nel suo millenario percorso non ha subito variazioni o modernizzazioni,
non c'è mai stato bisogno.
Il
GO è semplice ed ha un obiettivo chiaro: circondare con le proprie
pietre un'area del tavoliere più grande di quella dell'avversario.
Due giocatori, a turno, mettono una
pietra in un incrocio a scelta, sino a circondare il territorio
voluto. Tutto lineare... se non ci fosse la regola.
SI.. la regola! Si,
perchè nel GO,
c'è una sola regola: se una pietra o un gruppo di pietre viene completamente
circondato
muore e si toglie dal gioco. Tutto qui, in una sola regola sta tutto.
La
lotta si sviluppa nella ricerca continua di un sottile punto
di equilibrio: attaccare per circondare un territorio e difendersi
per non essere circondati. Terribilmente
semplice, terribilmente intrigante ed indeterminato.
Il
tavoliere del GO ha 361 intersezioni generate dalle sue 19x19
righe e colonne. E' grande, ma detto così non impressiona.
Impressionerà sapere che il numero di possibili combinazioni
realizzabili sul tavoliere è un numero inimmaginabile.
Il tavoliere del GO è immenso, uno spazio sconfinato.
Nel
gioco si parte con il tavoliere vuoto. Man mano che si gioca il
tavoliere si riempie
di pietre, sino a lasciare (se
ben giocato) un modesto numero di incroci liberi. Tutte quelle pietre (anche oltre
300) stanno assiepate insieme e sono tutte vive.
Legando
i due concetti suddetti (spazio immenso iniziale e ingorgo di pietre
finale)
si può comprendere che nel
gioco si passa da una iniziale esagerata indeterminatezza (l'effetto ultimo
di ogni
mossa è realmente imprevedibile) ad una stabilità finale assoluta (le ultime
mosse sono quasi obbligate). Capire quando si passa da uno stato ad
un altro è un'arte. Si passa da un momento in cui tutto è possibile
ad uno in cui non c'è più niente da fare... ma quando?
Ogni pietra ha un'influenza sugli
incroci che ha intorno e ogni pietrà posata sul tavoleire
crea costantemente nuovi rapporti di forza e sviluppa energie ogni volta diverse.
Le pietre, appena posate a terra, assumono le forme
ideali di guerrieri che lottano con ferocia e astuzia.
I
vecchi maestri di GO, nel tempo, hanno continuato a ripetere che
mai nella loro vita hanno giocato due partite simili tra loro.
Si
dovrebbe parlare di tutti i risvolti del
GO: aspetti sociologici, astronomia, religione, filosofia, analisi
matematica, informatica, picologia... Ciò ci
porterebbe lontano dal cuore nudo del problema, Se comunque volete approfondire
quei temi cercate nei LINK proposti
potrete trovere
sicuramente molto.
Se
poi
volete capire "veramente" il GO leggete un libro che... non ne
parla: "L'Arte della guerra" di Sun Zu - Ubaldini Editore
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